La FIBRILLAZIONE ATRIALE è una patologia del ritmo cardiaco e per definizione, è definita UNA ARITMIA IRREGOLARMENTE IRREGOLARE: il cuore non solo batte all’impazzata con un ritmo tachicardico con una FC > 130bpm, ma anche la distanza tra un battito e l’altro è sempre molto diversa.
In genere il ritmo cardiaco regolare viene definito SINUSALE, quando la centrale elettrica che è posta a livello del NODO SENO-ATRIALE, ovvero sul tetto dell’atrio dx vicino allo sbocco della VENA CAVA SUP, funge da “SEGNAPASSI” generando gli impulsi elettrici che stimolano la contrazione del muscolo cardiaco.



– PERCHE’ LA FA PUO’ ESSERE UN PROBLEMA –


La FA è un problema per 2 motivi:
1- E’ UNA ARITMIA EMOBOLIGENA, quindi aumenta il rischio di avere un ictus o ischemia cerebrale e ciò è direttamente proporzionale alla durata dell’aritmia.

2- FC ELEVATA PER TANTO TEMPO, (settimane o mesi) il cuore si sfianca (la pompa cardiaca è indebolita) con l’aumento, così, di possibilità di avere uno SCOMPENSO CARDIACO.

I trigger più frequenti in soggetti sani sono da ricercare in:
1- INFIAMMAZIONE per presenza di malattie infiammatorie croniche intestinali, che nel corso del tempo possono aumentare la possibilità di avere una FA.

2- DISFUNZIONE AUTONOMICA cioè un SNA alterato con prevalenza di un aumento del carico della branca simpatica del sistema nervoso, come nel caso di stress cronico, ansia….

3- ABUSO di STIMOLANTI come caffeina, alcol, fumo, droghe..

4- SINDROME delle APNEE NOTTURNE e questo può aumentare il rischio di FA e IPERTENSIONE ARTERIOSA; infatti, durante l’apnea, si ha una desaturazione dell’O2 del sangue e di conseguenza una iperattivazione della branca simpatica del SNA.
Questa situazione può essere indagata con un esame chiamato POLISONNOGRAFIA (esame gold standard).


– ATLETI e FA –


Chiaro che tutti gli atleti che fanno sport seriamente possono essere soggetti a questa disfunzione, ma in particolar modo ciclisti, nuotatori di fondo, maratoneti…cioè soggetti che hanno allenamenti con volumi di lavoro importanti (6/10h a settimana), in cui la FC è viaggia sopra i 150 /160bpm.
Questi hanno un rimodellamento cardiaco che va sotto il nome di CUORE D’ATLETA.

Questa è una condizione fisiologica che si riferisce a una serie di adattamenti che il cuore subisce per rispondere alle maggiori richieste energetiche che si hanno durante l’attività sportiva.
Uno degli adattamenti più comuni è rappresentato dalla IPERTROFIA CARDIACA, in particolare del ventricolo sx proprio perchè il cuore deve pompare una maggiore quantità di sangue per soddisfare l’aumento del fabbisogno di O2 durante l’esercizio prolungato.
Normalmente a riposo il cuore ad ogni sistole butta in circolo circa 5L/min di sangue, sotto sforzo, in una persona ben allenata, arriva a 20L/min; nei ciclisti o maratoneti professionistici si può arrivare anche a 30/35L/min; tutto questo porta ad una dilatazione a carico di tutte e 4 le camere cardiache del cuore, e ciò provoca uno “stretch” dei circuiti elettrici che si trovano in corrispondenza dell’atrio sx e questo può innescare la FA.


– COSA FARE –


Fino a qualche decennio fa molti testi di cardiologia, in fatto di terapia, consigliavano la cosìdetta BED REST (riposo a letto); oggi questa terapia non fa altro che aggiungere un’altro fattore di rischio all’insorgenza della FA.
Quindi non bisogna stare assolutamente a letto ma continuare a fare attività fisica cardio in ZONA 2 (significa allenarsi tra il 60 e 70% della FCmax, ovvero in una zona cardiaca dove si utilizzano, come carburante energetico, prevalentemente i grassi, oltre al fatto di un miglioramento della capacità aerobica ed efficienza metabolica) e ZONA 5 (quindi allenamenti intensi e brevi in cui si raggiunge l’ 85 – 100% della propria FCmax)

La combinazione di questi allenamenti riduce la possibilità del 31% di avere tutte le malattie, proprio perchè l’attività fisica rappresenta un fattore protettivo a 360°.


– TERAPIA della FA –


1- FARMACOLOGICA = FLECAINIDE antiaritmico la cui principale azione è quella di rallentare la conduzione degli impulsi elettrici, grazie al blocco dei canali del sodio delle cellule miocardiche, riducendo l’eccitabilità delle stesse, limitando la trasmissione anomala degli impulsi e stabilizzando il ritmo cardiaco.
Per un maggior e rapido effetto si preferisce la somministrazione per via endovenosa.

2- ELETTRICA = CARDIOVERSIONEin questo caso è sempre utile valutare il rischio- beneficio, ovvero che pur facendo la cardioversione il ritmo non riparta, oppure che ci sia un BLOCCO ATRIO-VENTRICOLARE: tutto questo è minimo.
Più tempo si resta in FA, più si abbassano le probabilità di tornare in ritmo.., quindi deve essere tutto abbastanza tempestivo.

3- INTEGRAZIONE = MAGNESIOperchè riduce l’eccitabilità delle cell cardiache e di conseguenza le extrasistoli che sono il trigger d’innesco della FA.
Il magnesio deve avere la forma chimiche di BISGLICINATO, che è la forma meglio assorbita dal nostro organismo.