Sono una categoria di acidi grassi in grado di contrastare l’infiammazione sistemica di basso grado (LOW GRADE CHRONIC INFLAMMATION).
Questi acidi grassi (non solo 3, ma anche 6 e 9) sono ACIDI GRASSI POLI-INSATURI (ovvero presentano più doppi legami C=C; il nome 3, 6, 9 deriva dal numero del primo Carbonio che presenta il doppio legame)

Sia 3 che 6 sono ac.grassi ESSENZIALI, ovvero il nostro organismo non è in grado di produrli, e quindi dobbiamo introdurli con la dieta.


– LA CHIMICA –


Gli omega 3 contengono 3 acidi grassi legati ad una molecola di glicerolo

Li possiamo trovare in 2 formulazioni principali:
1- come TRIGLICERIDI che è la forma più naturale ed assorbibile in assoluto, e quindi la forma che funziona meglio.

2- come ESTERI ETILICI sono una forma semi-sintetica e di conseguenza sono meno assorbibili nel nostro corpo.

Tutte le aziende che commerciano gli Ω 3, prendono l’olio di pesce e lo sottopongono ad una reazione chimica che va sotto il nome di TRANS-ESTERIFICAZIONE; questa reazione spezza il legame tra il GLICEROLO e gli ACIDI GRASSI, e serve per concentrare gli Ω 3 presenti nell’olio, rimuovere le impurità e avere dosaggi più precisi.

Una volta che ogni singolo ac. grasso è stato staccato dalla molecola di glicerolo, esso si unisce ad una molecola di ETANOLO (il semplice alcol presente negli alcolici), che ha una struttura molto simile al glicerolo.
Gli Ω 3 che otteniamo da questa reazione sono quelli in ESTERI ETILICI e che troviamo nella maggior parte degli integratori; essendo stati modificati, il nostro corpo deve lavorare di più per assimilarli, in quanto servono più reazioni enzimatiche.

Solo poche aziende certificate dopo aver purificato e reso più stabili questi Ω 3 esterificati, fanno la reazione inversa di RI-ESTERIFICAZIONE togliendo l’etanolo e riportando gli Ω 3 nella forma di trigliceridi, cioè con il glicerolo.
Non tutte le aziende produttrici fanno questo processo inverso, perchè ha un costo di circa un 30% maggiore; questo è il motivo per cui gli Ω 3 di qualità costano di più al consumatore: questo è il classico caso per cui “più si spende… meglio si spende”.


– GLI OMEGA.. –


Le forme bioattive degli Ω 3 (EPA= eicosapentaenoico e DHA= docosaesaenoico) si trovano in pesce o alghe, mentre quelli di origine vegetale come AC. ALFA LINOLENICO (ALA) soprattutto nei
SEMI di CHIA
SEMI di LINO
NOCI (in piccole quantità)

Gli Ω 6 sono purtroppo troppo prevalenti nella nostra dietra occidentale, a causa dello smodato uso di oli vegetali (MAIS.., GIRASOLE..)che sono tutti contenuti nei cibi ultra-processati in quanto economici.
L’ ACIDO ARACHIDONICO, che ha comunque importanti funzioni biologiche,come sostenere il sistema immunitario, risulta pro-infiammatorio, proprio perchè ma la stra-grande quantità di questo acido lo introduciamo con gli oli vegetali attraverso l’AC LINOLEICO che viene trasformato, poi, in arachidonico, e non da uova e carne, come si dovrebbe.

Gli Ω 9 NON SONO ESSENZIALI, ma hanno comunque funzioni benefiche per la salute; olio d’oliva ed avocado contengono anche grassi MONOINSATURI.


– QUALE RAPPORTO –


Ω 6 / Ω 3 devono essere in EQUILIBRIOtra loro, ovvero deve esserci un rapporto ideale.
Questo rapporto è misurabile e idealmente deve essere 4:1, ma si vede molto raramente nei pazienti.
Gli oli vegetali come MAIS e GIRASOLE hanno un rapporto 50:1; la dieta americana ha un rapporto di 20:1


– DA QUALI FONTI ASSUMERLI? –


L’introduzione di Ω 3 meglio pesce o fonti vegetali?
Sappiamo che una parte viene da fonti marine (EPA /DHA), mentre l’ ALA (acido alfa linolenico) da fonti vegetali; solo EPA e DHA hanno quegli effetti biologici benefici che sappiamo, cioè sull’infiammazione e sulla epigenetica.
E’ altrettanto vero che mangiando fonti vegetali (semi di lino / chia), solo un 5 / 8% dell’ALA contenuto nei semi vien convertito in EPA /DHA, per cui è un quantitativo molto modesto, oltre al fatto che quella % varia da uomini a donne (negli uomini la % è ancora più bassa), e varia con l’età (man mano che si procede con l’invecchiamento gli enzimi sono sempre meno performanti), quindi è utile considerare solo le fonti marine.

Per raggiungere un dosaggio ottimale 2gr/die di EPA + DHA bisognerebbe mangiare circa 200gr di pesce grasso.

I 2gr/die è la dose ideale, sulla base di studi scientifici, per far funzionare in maniera egregia le membrane cellulari.


– COME SCEGLIERE UN INTEGRATORE –


Ci sono alcuni criteri fondamentali per la scelta, quali:
FRESCHEZZA ovvero un integratore non deve essere oxidato,e ciò viene valutato con l’ INDICE TOTOX (indice di oxidazione totale) che ci dice quanto è oxidato l’integratore e tale indice non deve superare il punteggio di 10

FORMA prediligere la forma in trigliceridi che hanno una maggiore bio-disponibilità rispetto agli esteri etilici.

CONCENTRAZIONE significa che ogni pillola dell’integratore deve avere, almeno, un 80% di EPA e DHA.

PUREZZA è importante perchè questi oli devono essere purificati e decontaminati (e la reazione di esterificazione serve anche a questo); anche la conservazione è importante ed è consigliabile congelarli.

Un’altra cosiderazione da fare quando si acquista Ω 3, oltre che da trigliceridi, devono avere 5 STELLE IFOS, una certificazione che viene solo riservata agli Ω 3 di pesce che sono
PURI

INCONTAMINATI

CERTIFICATI (cioè ottenut con ultrafiltrazione molecolare).

Per quanto riguarda l’assunzione è sempre utili assumerli con ANTIOXIDANTI (VIT E o ASTANXANTINA), proprio per impedire il facile processo di oxidazione.


– CI SONO RISCHI REALI? –


La mia risposta è NO, anche se alcuni studi hanno evidenziato che con dosaggi di 4gr e oltre di Ω 3 c’è un rischio di fibrillazione atriale; c’è però da sottolineare che oltre ad essere studi di popolazione (cioè hanno chiesto ad un campione numeroso di popolazione se prendeva omega 3, senza specificare dosaggio), questi omega 3 erano da estere etilici e non da trigliceridi.
Quindi gli studi su una eventuale relazione tra Ω 3 e FA sono essenzialmente nulli, anche per la scarsa qualità degli studi effettuati.