Sappiamo già da svariati secoli, grazie anche allescientifiche, che l’uomo è un

animale diurno, ovvero dovrebbe svolgere le sue

principali attività durante il giorno, ma il suo ritmo e stile di vita è tutt’altro.

Tutto questo ha portato nel corso dei secoli allo sviluppo e, in età sempre

più precoce, all’insorgenza di malattie neuro-degenerative, come

l’ALZHEIMER, il PARKINSON, la DEMENZA SENILE.

Una delle cause di questo precoce decadimento cognitivo, è senza dubbio,

la scarsa qualità del sonno, confermato anche in epoca recente in uno studio

del 2013, pubblicato sulla rivista SCIENCE, che mostra come,nei topi,

la qualità del sonno consentela rimozione di prodotti di scarto, potenzialmente

neurotossici, che si accumulano nel sistema nervoso centrale durante il giorno.

Anche nell’uomo avviene questa “pulizia”, confermata, da un lavoro del

2021 pubblicato sulla rivista BRAIN,ome la privazione del sonno, o comunque

un sonno non ristoratore, possa impedire la rimozione di queste molecole

tossiche.

E’ proprio durante il sonno che il sistema GLINFATICO (sistema di rimozione

delle sostanze di scarto presente nel SNC dei mammiferi) pulisce il tessuto

cerebrale, eliminando quelle che sono le tossine cerebrali frutto dell’intensa

attività neuronale diurna; se questo non avviene ecco che c’è un accumulo

di queste tossine e che nel tempo porta all’insorgenza di problemi cognitivi.

Lo studio è stato condotto presso l’università di Oslo; sono stati reclutati

24 volontari divisi in due gruppi: 7 sono stati sottoposti a una notte di

completa privazione del sonno, i restanti 17 hanno dormito normalmente.

A tutti i volontari è stato somministrato prima della notte un agente di

contrasto per la risonanza magnetica, il GADOBUTROLO, una

“molecola marker” per valutare il trasporto di metaboliti idrosolubili

escreti lungo vieextravascolari all’interno del cervello, comprese

le proteine tau e la β-amiloide.

La prima responsabile di quei “grovigli iper-fosforilati” di fibre contorte

che si accumulano dentro il neurone,mentre la β-amiloide si accumula,

formando le omonime “placche”  negli spazi tra i neuroni.

I ricercatori hanno evidenziato e quantificato, attraverso la risonanza magnetica,

la presenza del tracciante (il GADOBUTROLO) in 85 regioni del cervello dei

soggetti con privazione di sonno:una notte di privazione del sonno ha

compromesso la clearance della sostanza tracciante dalla maggior parte delle

regioni del cervello, inclusa la corteccia cerebrale, la sostanza bianca e le

strutture limbiche.

L’esperimento è proseguito anche la notte, nel corso della quale, però, a tutti i

partecipanti è stato permesso di dormire.

Nonostante questa seconda notte di riposo, l’alterata clearance cerebrale nel

gruppo della privazione del sonno non è stata compensata.

L’immagine A è la diffuzione del tracciante (rosso) dopo una notte di privazione

di sonno nel gruppo preso in esame; l’immagine B è lo stesso gruppo dopo

una notte di sonno completo.

Questo conferma, che sono le nostre scelte sullo allo stile di vita, ad incidere

sulla nostra salute e longevità.

Un esempio tipico è basare la nostra vita sociale sulla sindrome LAN

(LIGHT AT NIGHT SYNDROME; nel tempo essa provoca una alterazione

e sfasamento totale dei ritmi circadiani, e di conseguenza ad uno sfasamento

ed alterazione della secrezione ormonale, soprattutto del rapporto

melatonina/cortisolo con prevalenza di quest’ultimo anche nelle ore notturne;

questa situazione nel tempo favorisce l’accelerazione non solo dell’aging

ma anche l’instaurazione delle malattie cronico-degenerative e

neuro-degenerative.